Rubrica ANIMALI E CURA: le mie chiocciole come terapia
CHIEDO: “parla con sua figlia?”
RISPOSTA:”certo sempre, tutti i giorni”
CHIEDO:”di cosa parla con sua figlia?”.
RISPOSTA:” della scuola, commentiamo il telegiornale e se lei va a danza come è stato il balletto..insomma un pò di tutto, come fanno tutti i genitori”.
CHIEDO:”ma ha mai chiesto a sua figlia come si sente, cosa prova e se ha necessità di parlare di sè?”
RISPOSTA:”si ma a lei non piace parlare di queste cose, anche l’ultima volta eravamo in macchina e ci siamo messi a parlare ma alla fine ha litigato con mio marito perché sa lui non capisce certe cose”…
Parlare con un figlio/a è molto di più del chiedere come va a scuola o se la coreografia è riuscita bene! Parlare significa ritagliare uno spazio di tempo esclusivo da dedicare in tranquillità, senza interruzioni…non è la quantità ma la qualità che conta.
La richiesta d’aiuto della figlia che si manifestava con comportamenti provocatori, in un minor impegno scolastico e il rifiuto di mangiare a tavola aveva la sua origine proprio nella mancata possibilità di un dialogo con la madre sempre presa tra lavoro, casa e i genitori anziani da accudire.
Ho dato alla madre 2 chiocciole in un contenitore con il compito di condividere i momenti di accudimento e pulizia in una stanza tranquilla di casa invitando la figlia alla collaborazione in un’attività molto semplice.
Questo momento è diventato “il loro momento giornaliero” di condivisione. Niente telefono, niente tv, niente musica…solo condivisione, parole e silenzi soprattutto un ascolto senza giudizio.
CHIEDO:”come è andata?”
RISPOSTA:”Le prime volte sono state imbarazzanti mi sembrava di trattare mia figlia come una bambina dell’asilo e ho pensato che mi avrebbe dato della matta, poi era lei a chiedermi di andare a pulirle”.
CHIEDO:”ha notato dei miglioramenti nei suoi comportamenti?”
RISPOSTA:”non mi ero accorta che avesse subito certe cose dai compagni, insomma non è magra ma nemmeno troppo grassa ma questa cosa le viene fatta pesare da due sue compagne che sono anoressiche, sa quelle che possono mettersi anche uno straccetto ma che stanno sempre bene! Non sapevo le piacesse un ragazzo. Mi ha chiesto del mio primo ragazzo, ci siamo state un’ora a parlare. …Ah posso tenere le chiocciole? Mia figlia ci si è affezionata e mi ricorda anche che alle 17.00 dobbiamo andare di sopra a pulirle!. Certo che se avessi saputo questa cosa della chiocciola l’avrei potuta aiutare prima, il bosco vicino a casa è pieno!”.
Non servono effetti speciali per crescere i nostri figli ma un dialogo sereno senza giudizio che li faccia sentire capiti, compresi. Uno spazio dove potersi confrontare, risolvere dubbi, superare paure ed allo stesso tempo caricarsi e rigenerarsi per affrontare le difficoltà quotidiane.
Uno spazio che fa bene anche ad entrambi, fa bene alla famiglia, fa bene alla società.
Dott.Brusadelli Marina Psicologa Clinica -Pet therapist
Per approfondire scrivi a :
dott.brusadelli@psicobiomed.it
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